Lunedì.
Questa sera abbiamo deciso di cenare in spiaggia.
September di Earth, Wind & Fire suona in sottofondo. Torna alla mia mente un ricordo indelebile del 1990, quando mio padre organizzò un viaggio in camper di un mese attraverso tutti i parchi nazionali del sud-ovest degli Stati Uniti.
Ricordo i colori, le cene preparate nei campeggi dopo le spese nei piccoli supermercati di paese, la sabbia rossa del deserto, quando lo aiutavo a parcheggiare l’enorme camper usando dei walkie-talkie giocattolo. E poi i pestaggi con mio fratello piccolo, la California, Disneyland.
In una stazione di servizio della Shell gli avevano regalato una musicassetta coi classici da ascoltare guidando e September suonava ripetutamente.
Racconto questo piccolo aneddoto ad Asli e lei mi risponde: “Avresti mai immaginato che 28 anni dopo saresti vissuto in Thailandia con la tua ragazza turca?”.
No, assolutamente, la vita, per come ho deciso di viverla, continua a riservarmi sorprese senza sosta.
Siamo in spiaggia: pieno di turisti, tanti tedeschi e olandesi, un sacco di bambini, il tramonto, coppiette. Un giovane ragazzo sui 17, probabilmente thailandese, è seduto accanto ad una ragazzina coetanea occidentale. Parlano, percepiamo che si piacciono, ma sono entrambi timidi.
Lei con la mano sinistra gioca nervosamente con la sabbia, mentre parla con lui guardando però l’orizzonte. Lui è appena più lanciato: le mette un braccio intorno alle spalle.
Noi da dietro osserviamo e tifiamo per lui. Vorremmo spronarlo, ma non possiamo ovviamente farci beccare. Alla fine il bacio non si materializza e, un po’ delusi, torniamo alle nostre faccende.
Ristoranti sulla spiaggia, cibo di qualità e prezzi non gonfiati sono tre concetti che molto difficilmente si fondono insieme, ma abbiamo deciso di venire qui per cambiare aria rispetto al nostro piccolo paesino, Srithanu, dove in questi ultimi giorni l’atmosfera è decisamente pesante.
Ero infatti a casa di Asli, triste, con una stagnante sensazione di essere disperso, arrabbiato. Che facciamo? Dove andremo? E’ questo un piano dell’universo per indirizzarci verso il prossimo passo?
Il fondatore della nostra scuola, Agama Yoga, è stato accusato di stupro insieme ad alcuni insegnanti.
La notizia non è nuova e non scenderò nei dettagli di cosa è successo, ma fatto sta che un articolo di una giornalista californiana ha scatenato un putiferio incredibile sui social, fino al punto che la scuola, per evitare ripercussioni di giustizia sommaria, ha dovuto chiudere e le persone coinvolte improvvisamente volare all’estero.
Tutto è successo nel giro di quattro giorni e ancora siamo increduli: una delle più importanti scuole di Yoga al mondo affondata (almeno per ora) sui social media, senza un processo, senza la possibilità di difendersi, in base a storie non provate.
Quel è il mio punto di vista?
Alcuni comportamenti del fondatore e di alcuni insegnanti sono probabilmente stati violenti e mancanti di rispetto, ma uno stupro nella mia accezione è qualcosa di diverso.
Fermo restando che le eventuali responsabilità e il dolore da queste causato debbano essere punite giuridicamente, i responsabili sospesi e alcuni indispensabili cambiamenti apportati nell’organizzazione della scuola (ad esempio l’integrazione di un codice di condotta), credo fermamente che non si possa processare sommariamente un’intera scuola/comunità sulla base di accuse senza possibilità di replica.
Sono altrettanto convinto, anche per esperienza personale, che le donne abbiano in questo senso troppo potere: la loro parola in questi casi viene assunta come assolutamente corrispondente alla realtà, cosa che in molti casi non è, ma un mezzo per vendicarsi, per ottenere notorietà e benefici economici.
Ciò che inoltre ho avuto modo di vedere è che, per una questione antropologica, tante donne scelgono i loro partner con canoni legati ad aspetti superficiali (bellezza, idea di mascolinità deviata) o alla posizione sociale (potere, ricchezza, fama). E’ una sorta di stereotipo che si ripete, come la cheerleader che vuole essere la regina dell’alveare portandosi a letto il quarterback della squadra di football. Qui, in una scuola di Tantra Yoga, la studentessa vuole sperimentare il sesso tantrico con l’insegnante avanzato, salvo poi ingenuamente scoprire che questo, per una semplice questione di numeri e di domanda/offerta, ha diverse partner. Ecco allora che scatta la gelosia, la delusione per non essere riuscita a realizzare i suoi propositi (“lo farò mio”), il desiderio di vendetta, l’accusa.
Quante volte ho sentito donne dire che tutti gli uomini sono bastardi? Donne, sono convinto che la maggior parte di voi abbia un cervello e una sensibilità molto più sviluppati di quelli della controparte maschile. Per le altre, è ora di finire di pensare che personaggi stile Corona rappresentino la mascolinità e di prendersi le proprie responsabilità. Non sono qui ad esaltare la rivincita dei NERD, ma andare oltre alle apparenze e ai canoni propagandati dalla società, potrebbe darvi parecchie soddisfazioni personali e interpersonali.
Inoltre, e con questo termino, Agama Yoga è una scuola di Tantra, una pratica spirituale e filosofia che mina fortemente le fondamenta dell’attuale società materialista e capitalista, con l’intento di resettare la nostra mente da tutta la programmazione di cui siamo stati vittime dalla nascita e che causa in noi sofferenza, dispersione di energie verso traguardi senza valore (soldi, potere, fama, apparenza), sensazione di vuoto per la mancanza di un vero senso della vita.
E’ inevitabile che, toccando innumerevoli aspetti della nostra vita, inclusa la sfera sessuale, crei rigetto e dissociazione in molte persone, sopratutto perché lavorare sui propri problemi porta a galla traumi del passato che devono essere inevitabilmente processati. Alcune persone lo fanno e ritrovano un nuovo senso di se stesse, altre vanno nella negazione e attaccano la scuola come fosse la causa dei propri problemi irrisolti.
Quello che penso è che questi insegnamenti, millenari ed esoterici, non siano per tutti, ma richiedano una preparazione preventiva perché possano essere affrontati con cuore e mente aperti, senza pregiudizi dettati dalle nostre personali limitazioni.
Ecco perché penso che gli insegnamenti di Tantra Yoga debbano essere riservati a studenti che abbiano già una base spirituale, una conoscenza della scuola, un processo di guarigione già in atto. Permettere a tutti di accedervi non è un buon approccio, può causare traumi ancora più grandi in persone che già ne hanno subiti ed attirare energie negative verso la scuola stessa. Quando avevo partecipato ad un workshop per la prima volta, era chiaro come gran parte dei partecipanti non fosse interessata al fine spirituale, ma solo all’aspetto terreno e superficiale del tutto, ovvero trombare.
Qualcuno è andato avanti nella ricerca dell’assoluto, tanti hanno terminato lì nell’illusione di aver assorbito la parte migliore.
Ritornando a noi, il risultato è che la scuola da oggi è chiusa e tutti i nostri progetti di rimanere sull’isola un paio d’anni, così come il visto di nove mesi appena ottenuto, improvvisamente non hanno più senso.
Certo, siamo in paradiso e non abbiamo nessuna fretta di andarcene, ma arrivati a questo punto, sentiamo la necessità di continuare la nostra evoluzione spirituale e, non solo l’isola non offre nulla di serio (del resto la Thailandia non è una destinazione per lo Yoga), ma, nel caso la scuola non riaprisse, non sarà semplice trovare insegnamenti altrettanto validi nel resto del mondo. Del resto siamo tornati insieme a Koh Phangan esclusivamente per Agama Yoga.
Vedremo. Sicuramente è un promemoria per ricordarci che nella vita, per quanto siamo convinti che qualcosa sia per sempre, tutto è impermanente, in continua mutazione. Lo è Agama, i nostri progetti, la nostra salute, la nostra vita.
E poi un altro promemoria per capire come praticare spiritualità su un’isola come Koh Phangan sia difficile: troppe distrazioni, mare, sole, cibo, cascate, bellezza ad ogni angolo. Forse abbiamo bisogno di un ambiente più austero dove concentrarci.
Tornato indietro, mentre mi docciavo, ho avuto un’intuizione. Non è un caso che abbia conosciuto Asli, che ci troviamo nella stessa situazione, su un percorso spirituale e senza alcun legame, liberi di viaggiare insieme dove vogliamo senza vincoli di tempo.
Non è un caso che la nostra relazione si sia rafforzata incredibilmente negli ultimi due mesi e che ora siamo pronti a reagire ai possibili scenari e a costruire un futuro insieme.
Martedì.
Ho accompagnato Rebeca al porto ed è partita con destinazione Madrid.
Sei settimane. Non è stato un periodo semplice. Non lo è stato per Asli, per me, per lei. Abbiamo passato tutti e tre momenti difficili, discussioni, cercato supporto in varie occasioni. Ho pagato pegno anche per la mia inesperienza.
Ora la relazione con Asli è di nuovo chiusa. Però sono felice di quanto ho vissuto, imparato, di quanto ho ricevuto, di quanto ho potuto dare. Ho imparato una volta in più che è meglio soffrire che chiudere la porta alla vita.
Grazie infinitamente Rebeca per i tuoi sorrisi, per la tua vitalità, la tua dolcezza, il tuo amore così grande. Ti auguro il meglio per il tuo percorso e prometto che non ti dimenticherò mai.
Sono abbastanza colpito dalla vicenda accaduta alla scuola. Condivido alcune tue riflessioni sulle dinamiche vendicative che a volte si innescano in certi contesti. Il tuo racconto mi ha fatto ricordare quel celebre aforisma “Quando pensi di aver finalmente trovato la risposta, la vita ti cambia la domanda.” C’è forse un insegnamento in questa vicenda. Nulla è stabile. E in fondo anche quello verso quella specifica scuola era una forma di attaccamento, un rifugio. In ogni caso prima di riflettere sul da farsi, lascerei che le emozioni del primo momento si spengano per lasciare il posto alla lucidità. Ricordandosi sempre che “Non tutto il male vien per nuocere.” Un abbraccio.
Grazie Marco. Ho letto le tue parole ad Asli e ne abbiamo trovato dentro tanta saggezza. Anche l’aforisma che hai citato si adatta perfettamente alla situazione: dobbiamo smettere di pensare di modellare gli eventi a nostro piacimento, ogni cosa è frutto di karma, attrazione, di decisioni prese da una consapevolezza superiore ancora da noi inafferrabile. Basta avere fiducia e certezza che l’universo ci porterà ciò di cui necessitiamo
…meglio non scrivere nulla nel Calendario Mickey
Anche il mio ascendente in vergine me lo fa fare …e poi le cose cambiano…ed è pieno di cancellamenti!
Fuggirei da qui proprio X non programmare più niente…
Siete liberi ed in Alto..
Qualcosa di Buono e Meraviglioso A continuo della strada che avete intrapreso arriverà..!
Un Abbraccio
Babi
Ne sono sicuro Barbara. La nebbia presto farà spazio alle risposte
Devo dire che il tuo ultimo articolo mi ha lasciata sconcertata, in particolare la parte sulle donne che trarrebbero vantaggi denunciando aggressioni o che sarebbero gelose del santone o che cercherebbero fama. Mi sembrano ipotesi alquanto improbabili e piuttosto sessiste. In passato, durante la mia gioventù, ho vissuto situazioni assurde con uomini arrapati e/o che sfruttavano il loro potere (medici, datori di lavoro etc.). Come molte altre donne, mi vergognavo e mi tenevo tutto dentro. Il fatto che tu minimizzi, scrivendo che non si tratta di autentici stupri, mi sorprende. Si sta male, fidati, e sono cose che non si dimenticheranno mai e che possono pregiudicare sani rapporti con l’altro sesso. Il fatto poi che si faccia leva sulla fragilità della vittima è ancora più squallido e vile. E pare proprio il signor Swami (che tra l’altro in passato già aveva subito condanne) si sia comportato così. Prendiamone atto. Non ci sono attenuanti.
Cri, mi conosci bene e sai che non sono sessista, ma avendo vissuto il tutto da dentro, non posso far a meno che esprimere la mia visione di quanto accaduto. Il comportamento che Swami ha avuto è sbagliato ed ingiustificabile, senza attenuanti. Insieme alle altre persone coinvolte, pagherà le conseguenze, giuridiche e/o karmiche che siano, come esser dovuto volar via dall’isola lasciando casa, scuola e tutti i suoi averi che probabilmente mai rivedrà.
Riporto quanto scritto: “Fermo restando che le eventuali responsabilità e il dolore da queste causato debbano essere punite giuridicamente, i responsabili sospesi e alcuni indispensabili cambiamenti apportati nell’organizzazione della scuola (ad esempio l’integrazione di un codice di condotta), credo fermamente che non si possa processare sommariamente un’intera scuola/comunità sulla base di accuse senza possibilità di replica.”
Detto questo, quello che però per me è il concetto più importante è che l’abuso emozionale, così come la pressione psicologica, per quanto orribili, NON sono stupro e su questo non transigo, perché il diritto alla verità e alla giustizia deve essere applicato da entrambi le parti. Pur se vergognosamente sfruttate nelle loro debolezze, molte delle vittime erano consenzienti per i meccanismi che ho spiegato nell’articolo e quindi, in quanto adulte, devono prendersi le responsabilità delle proprie scelte senza scaricarle sugli altri. Erano libere di andarsene e di dire NO, ma non l’hanno fatto.
Hai ragione soprattutto quando dici che ci vuole una preparazione. Dall’incontro con gli impostori di Samma Karuna che propongono ai neofiti un’ora di Vipassana incomprensibile per chi non abbia frequentato almeno un ritiro di 10gg. Al workshop in un centro satellite di Agama dove mi sono imbattuto in una brava maestra ma anche in partecipanti che, con dispiacere, perché non mi piace giudicare, definirei delle belle fulminate… Temo che il format vacanza spirituale fighetta per tutti in Thailandia abbia molti limiti.
Samma Karuna lo considero un asilo per ragazzine in vacanza spirituale e si, c’è tanta gente fulminata anche nei workshop di Agama, soprattutto in quelli legati al sesso. Che intendi per centro satellite? Penso che, messi da parte i posti come Samma Karuna, ce ne siano tanti altri validi
Non mi ricordo il nome, un bel centro con un bel giardino, vicinissimo ad Agama, dall’altra parte della strada. Abbiamo fatto vari esercizi abbastanza light, come guardarsi negli occhi per alcuni minuti e poi spiegare le proprie sensazioni. Io arrivavo dal mio terzo ritiro Vipassana, x cui pulsioni a zero, solo compassione, peace and love. La mia giovane partner per questo esercizio nel suo commento ha proprio detto qualcosa tipo essersi sentita penetrata con violenza e poi terrorizzata dal mio sguardo… Ci sono rimasto malissimo. Poi siamo passati a quello in cui divisi in gruppetti, a turno uno/a veniva accarezzato da tutti gli altri su tutto il corpo dicendo dolci parole… Anche qui, forse perché ero il più vecchio dei pochi maschi presenti, mi sono sentito molti occhi addosso, tipo: sei veramente un meditatore o sei venuto per palpeggiare? Posso dire? Preferisco 1000 volte il nobile silenzio, la separazione dei sessi e l’isolamento dei ritiri Vipassana. Non ho più partecipato a nessuna attività, avevo l’impressione di rovinare il sacro (Vipassana) mescolandolo al profano… Ho fatto le mie meditazioni in solitaria e me ne sono andato un po’ deluso da tutto, salvo il ristorante vegano.
Quello che tu hai descritto è neo-tantra o tantra new age. Io la considero una vaccata, ma a molti potrebbe effettivamente essere utile per elaborare traumi. Agama non insegna questo e non è in alcun modo affiliata con questi workshop
Tieni duro e continua sulla strada intrapresa